Torino va a Bologna!

Come rete di collettivi e spazi sociali attivi a Torino abbiamo accolto la chiamata di GKN e Fridays for Future a convergere in questa grande manifestazione.

Ma non solo. 
 
Le istanze portate da GKN sono state per noi motore di idee e pratiche che portiamo avanti, convinte che l'aggregazione di lotte differenti sia necessaria per combattere la frammentazione che Stato e capitale ci impongono.

Crediamo sia fondamentale connettere le diverse lotte per rispondere con forza e determinazione alle sfide che questo momento storico ci pone.

Riconoscere un legame tra lotte attive in città diverse, regioni diverse, ci permette di avvicinarle e di rafforzarle. 
 
Tiene unite anche noi, che, sparse sul territorio, attraverso la solidarietà ci riconosciamo, con le stesse problematiche e le stesse battaglie da portare avanti.

Torino nell'immaginario è ancora la città della FIAT, la città dell'automobile. 
 
Lo sottolinea la fiera che ogni anno occupa il parco centrale della nostra città, mentre il trasporto pubblico viene smantellato.

Anche per questo la nostra città è in testa alle classifiche europee di mortalità per inquinamento dell'aria.

Da decenni le direzioni politiche di governi ed istituzioni sia centrali che locali sono identiche: cercare di rientrare dei debiti svendendo lotti pubblici, lasciando spazio alla privatizzazione di aree e servizi essenziali che fanno il guadagno di pochi e che avvelenano tutte.

Pensiamo alla Val di Susa che da trent’anni si oppone e resiste alla costruzione del TAV e alla militarizzazione del territorio che questo comporta.

Il suolo di Torino come quello di Bologna è venduto al miglior offerente, ora per costruirci uno studentato di lusso, ora attrezzato e sistemato per un grande evento.

Poco importa che questo significhi sfratti di chi non si può permettere più di pagare l'affitto, cementificazione di parchi verdi o attacchi agli spazi sociali: come l'Edera Squat, recentemente sgomberato o Askatasuna e Neruda che per rispondere alle accuse di associazione a delinquere si sono organizzati in Associazione a Resistere.

In questo processo è centrale il ruolo dell'università e del Politecnico. 
 
Sia nella produzione di un immaginario che vede questo modello economico come l'unico possibile, sia nella concreta collaborazione con agenzie come Frontex per il controllo dei confini o con aziende come Leonardo, uno dei principali produttori di armi.

Alla stessa logica, della produzione per il capitale costi quel che costi, risponde anche l'organizzazione della scuola secondaria, come si mostra chiaramente nell'alternanza scuola lavoro e negli stage gratuiti, che insegna fin da giovani che lavorare gratis si può e che morire di lavoro è solo un trascurabile effetto collaterale.

Ma Torino è anche la città del Po, che quest'estate è diventato il simbolo, con la sua secca, delle conseguenze concretissime che stiamo già vivendo a causa dello sfruttamento illimitato delle risorse naturali.

Crediamo che l'acqua, come bene comune, debba essere accessibile a tutt e non mercificato, debba rimanere al centro delle molte lotte per la giustizia ambientale, non solo perchè ha un evidente valore simbolico ma anche perchè da anni sta al centro dei progetti di appropriazione e sfruttamento capitalista.

Negli incontri che hanno preceduto questa piazza, ci siamo confrontati tra le diverse realtà che sono qui oggi. 
 
 
Le suggestioni emerse sono state tantissime, a testimonianza della forza e dell'eterogeneità delle lotte che, pur nelle difficoltà di una fase che ci ha visto più volte sconfitt*, sono più presenti e vive che mai.

Salutiamo questa giornata come un passaggio fondamentale. 
 
Un passaggio che si deve tradurre anche nei territori, in una chiamata alla mobilitazione e alla convergenza che conservi le differenze come ricchezza, ma che al contempo sia in grado di costruire un fronte compatto per riconquistare tutto.
 
Insorgiamo!