SMAT, AMIAT-IREN E COMUNE, GIÙ LE MANI DA MANITUANA

Manituana è uno spazio politico autogestito e occupato, Amiat-Iren è la proprietaria dello stabile che noi occupiamo, di cui ci prendiamo cura quotidianamente, radicalizzandoci nel tessuto torinese facendo alleanza e collettività politica, attività, eventi, costruendo realtà insieme. La proprietà parla di noi come occupanti, ma è riduttivo e iprocrita, perché noi rendiamo vivo quel posto, rendiamo viva una parte del quartiere Aurora, dei quartieri limitrofi e rendiamo viva una parte della città che a Manituana agisce, fa attività, costruisce senso e costruisce politica.
Manituana è uno spazio senz'acqua corrente, è stata Amiat-Iren in accordo con il Comune e Smat a togliercela, privandoci di condizioni di esistenza e dignità togliendoci un bene fondamentale come l'acqua ma nonostante questo abbiamo messo in atto una serie di pratiche per resistere, e continuiamo a farlo. Non stanno correndo a ridare l'acqua a delle persone, no, anzi stanno cercando di vendere lo spazio al gruppo di trasporti GTT, o prenderne una parte, a seconda dei fondi, degli interessi economici, del taglia e cuci che vogliono fare sulla nostra pelle; Manituana è un cuscinetto, circondata dagli interessi economici dei privati Amiat-Iren e GTT, ma Manituana, essendo una collettività politica, essendo persone, non è una realtà che si può eradicare. Essere attaccatə su tutti i fronti da enti che distribuiscono inequamente bisogni fondamentali come energia, acqua e mobilità, coadiuvati dal Comune che dovrebbe garantire spazi di convivialità e organizzazione, ci fa capire di essere nel posto giusto:
vogliamo stare sotto questi attacchi continui perché svelano chi siete veramente aldilà degli slogan che portate, risignificano il senso di continuare ad occupare seppur con tutte le difficoltà che questo comporta ricordandoci che il vostro disturbo è uno dei nostri motori, è una delle nostre turbine, è uno dei nostri condensatori, è uno dei nostri fondi. Siamo crocevia di interessi economici ma siamo anche crocevia di quartieri diversi e di diverse soggettività che rivendicano uno spazio cittadino perché,come crocevia, vogliamo riportare al centro la collettività rispetto al vuoto della speculazione che proponete.
Contro lo stato dei padroni, dieci centro mille occupazioni!
