Mercato dei fiori, cosa succede?

Pare quasi di rivolgersi a un'entità astratta, di chiederle "come stai?"

Stiamo invece parlando di un luogo fisico, ben concreto, un enorme complesso di oltre seimila metri quadri tra corso Brescia e via Perugia.

L'ex fabbrica Pastore la scorsa primavera è balzata all'attenzione pubblica grazie ai potenti canali social dell'ex sindaca.

Si trattava forse di un sopralluogo per valutare la situazione dopo il principio di incendio avvenuto le settimane prima?

I giornali non ne hanno parlato, ma si sa, se non ci sono campagne elettorali o speculazioni su cui far leva, il "degrado" non fa notizia.

Qui la messa a profitto era già avvenuta, diversamente si potrebbe dire degli incendi appiccati a Palazzo Nervi e ben due volte alla Cavallerizza Reale, guarda caso proprio ad intervenire nel dibattito sulle destinazioni d'uso.

Ma torniamo ad Appendino e ai due assessori che l'accompagnavo in gita nella nuova speculazione in città: Sacco & Iaria.
 
L'ex Mercato dei Fiori dovrebbe diventare una nuova gigantesca palestra, grazie ad un investitore internazionale alla sua prima esperienza in Italia.

Si tratta della spagnola Go Fit, catena multinazionale dello sport che offre "tariffe accessibili per un target famigliare", come afferma il suo CEO.

La realtà emerge rapidamente, nonostante il trio Appendino Sacco Iaria abbia cercato di nasconderla: si tratta di una palestra di lusso.

Saune, terme, piscine sul tetto (Green Pea insegna) e tariffe che ciao poveri.

Pare un copione già scritto, come molte altre operazioni della vecchia triade: in un territorio fragile e privo di servizi pubblici sanitari, culturali, scolastici, si va invece ad aggiungere un nuovo servizio privato, inaccessibile alla popolazione attuale.

Per farlo si va veloci, si bollano le domande di comitati e cittadini come noiose, si fa una ennesima deroga al Piano Regolatore Generale per un cambio di destinazione d'uso.

Arriveranno nuovi abitanti più abbienti, aumenterà il costo della vita e si tenterà di nascondere la nuova opera di cementificazione e speculazione con una comunicazione accattivante e aggressiva e qualche contentino all'opinione pubblica.

Il prezzo per regalare un altro pezzo di città ad un'azienda privata - invece che farci chessò una biblioteca? - è 8 milioni di euro di oneri di urbanizzazione.

In cambio qualche panchina, qualche metro di nuova ciclabile (ma sottoterra riempiamo tutto di garage privati neh) e poi un nuovo giardino ecochic, togliendo letteralmente spazio a chi non è desiderato: le centinaia di persone che tutte le mattine dall'alba fanno la fila fuori dall'ufficio immigrazione lì affianco.

Sono queste le "esternalità positive" di cui si vanta Go Fit? Cacciare le persone?