Per una nuova sanità.

Sabato 22 maggio 2021 l'assemblea Riapriamo il Maria Adelaide ha deciso di attraversare per un intero pomeriggio le strade intorno all'ex ospedale.

Era necessario prendere parola di fronte alla sordità della Regione Piemonte nei confronti della proposta di riapertura dell'ospedale come presidio di prossimità.

L'abbiamo fatto dove, dopo mesi di confronto con il territorio, sapevamo che le nostre ragioni sarebbero state ascoltate: per gli spazi del nostro quartiere.

Oltre a denunciare il silenzio delle istituzioni intorno alla proposta di riapertura, nonché i progetti ipocritamente tenuti sottobanco che riguardano l'inserimento di quella struttura nel progetto "Universiadi", per la concomitanza con il Global Health Summit abbiamo provato ad inquadrare le nostre istanze nel più ampio contesto nazionale ed europeo, sulla scia della Rete Nazionale Sanità.

Anche fuori dalla Regione Piemonte infatti non sta venendo progettata una ristrutturazione radicale del sistema sanitario territoriale, stabilendosi invece come priorità delle politiche pubbliche la difesa degli interessi economici privati.

Abbiamo dunque ribadito che per noi la salute dev'essere sempre fuori dal profitto con una manifestazione durata più di tre ore, esprimendoci insieme ad altre esperienze che affrontano quotidianamente le disfunzioni del sistema attuale della cura, come la Microclinica Fatih - Ambulatorio Popolare Autogestito e Le famiglie dello Spazio popolare Neruda.

Volevamo attirare l'attenzione delle istituzioni, ma di certo non il tipo di attenzione che abbiamo trovato.

Sin dalla sera di venerdì infatti le strade del quartiere intorno all'ospedale sono state presidiate da svariate unità delle Forze dell'Ordine che hanno militarizzato il quartiere, bloccato la circolazione, presidiato le vicinanze dell'ospedale con tanto di camionette e unità antisommossa.

Al termine della giornata, nessun'altra risposta è stata data alla richiesta della cittadinanza di riaprire un ospedale abbandonato da cinque mesi se non quella muscolare e ostile della polizia.

Nonostante ciò la manifestazione è stata ricca di energie, argomenti e confronti, e si è conclusa, con una serie di interventi di lavoratori/trici del settore sanitario davanti al Maria Adelaide e con una performance-sberleffo verso le forze dell'ordine, con una dimostrazione di determinazione espressa rumorosamente sulle impalcature che circondano l'ex-ospedale, una "battitura" importate dalla Valle alla città

Dopo la giornata di sabato un elemento ci sembra essersi definitivamente palesato: la Regione non si cura delle istanze che emergono dal basso, istanze concrete che si costruiscono intessendo voci e bisogni della cittadinanza e delle classi popolari.

Solo la nostra determinazione potrà far prendere in considerazione il progetto di riapertura.

I prossimi passi dovranno quindi muoversi nella direzione di rinsaldare le alleanze e la fiducia nei confronti del progetto in quartiere, lavorando contemporaneamente per inchiodare la Regione alle proprie responsabilità.

La lotta continua!