Ma quali universiadi.
Notizia di qualche giorno fa: le universiadi 2025 sono state assegnate a Torino, l'ospedale Maria Adelaide (già messo in vendita dalla Regione governata da Cirio, chiuso dalla giunte Cota e Chiamparino) continua a figurare nel dossier di candidatura, che nessuno ha ancora avuto modo di leggere.
L'ennesimo sfregio alla stessa "democrazia" di cui si riempiono la bocca i governanti.
Moltə di noi studiano e lavorano in università, o nel quartiere dove sorge l'ex ospedale Maria Adelaide.
Una struttura che dal 2026, a universiadi concluse, dovrebbe diventare uno studentato con annesso, forse, un poliambulatorio non superiore ai 1000 metri quadri, privato il primo e convenzionato (un altro modo per dire privato!) il secondo, a fronte di 12mila metri quadri di spazi che dovrebbero essere destinati alla sanità, come previsto dal piano regolatore cittadino.
A farsi promotori di questo evento sono la Regione, di destra, il Comune, 5 Stelle, il Comitato Universitario per lo Sport e gli atenei piemontesi.
Tutte le forze politiche (sì, anche il Partito Democratico) vogliono una fetta della torta delle olimpiadi universitarie, ma al quartiere, alla sua popolazione, cosa resterebbe dopo il maxi evento sportivo?
La gestione della pandemia da parte degli enti sopracitati ci ha privato di spazi in cui studiare e incontrarci, ha dimostrato le disuguaglianze nell'accesso alla salute, ha aumentato il divario tra ricchi e poveri.
In questo scenario la speculazione edilizia e la "foodification" in quartiere sono accelerati, depauperando ulteriormente il tessuto sociale; le tasse universitarie che paghiamo per dei servizi insufficienti non sono diminuite; il lavoro continua a essere un ricatto.
Troviamo inaccettabile che al netto di grandi introiti garantiti dai nostri soldi di studentə e abitanti di questa città, le istituzioni e l'amministrazione di UniTo continuino a spingere il pedale su strutture che non portano alcun vantaggio a nessunə, se non ai privati.
L'assemblea Riapriamo il Maria Adelaide ha redatto una proposta di riapertura della struttura come ospedale di prossimità.
Si tratta di una struttura che permetterebbe di soddisfare le richieste di oltre 90mila persone, più o meno giovani, che ad oggi non hanno un posto dove effettuare visite mediche e piccoli interventi; dove la prevenzione, la riabilitazione e la salute pubblica non siano affidati alla sola medicina di base convenzionata con il pubblico e alle strutture private come Humanitas, Basic Store, Lavazza, che mettono a disposizione i loro spazi addirittura per le vaccinazioni contro covid19 mentre a due passi il Maria Adelaide resta chiuso!
Nonostante la visibilità della lotta in questi mesi, le molte firme, le tante iniziative di piazza e di autoformazione, la Regione ha sistematicamente taciuto, rifiutando il confronto nel merito della proposta con l'assemblea, preferendo continuare a blaterare dei vantaggi dell'olimpiade universitaria.
Le universiadi 2025 vengono raccontate come il grande volano dell'economia, un copione già visto e rivisto in questa città.
Ma è evidente che a beneficiare di questa "ripresa" sarebbero i soliti pochi.
Scegliendo di candidarsi a ospitare le universiadi tutto l'arco politico e le istituzioni accademiche hanno scelto di contrapporre, in una squallida operazione di propaganda, il diritto allo studio (di chi può pagare un'esperienza fancy che fa curriculum) con il diritto alla salute (di chi già paga e a malapena ottiene quel che gli spetta).
In quanto studentə, lavoratori e lavoratrici, residenti in Borgo Rossini, Aurora e Barriera, facciamo appello a chi studia in UniTo e PoliTo, a tutte le organizzazioni e i collettivi che fanno militanza nelle università, a sostenere con noi, in ogni modo, la lotta per una sanità diffusa e incentrata sulla prevenzione e l'assistenza, che garantisca l'internalizzazione di chi lavora nella sanità.
Per un reale diritto allo studio, libero dai vincoli del numero chiuso per le professioni sanitarie, di qualità e accessibile.
Non è solo un ospedale, è il futuro della società a essere in gioco: decidiamo noi, sosteniamo la lotta!
L'ennesimo sfregio alla stessa "democrazia" di cui si riempiono la bocca i governanti.
Moltə di noi studiano e lavorano in università, o nel quartiere dove sorge l'ex ospedale Maria Adelaide.
Una struttura che dal 2026, a universiadi concluse, dovrebbe diventare uno studentato con annesso, forse, un poliambulatorio non superiore ai 1000 metri quadri, privato il primo e convenzionato (un altro modo per dire privato!) il secondo, a fronte di 12mila metri quadri di spazi che dovrebbero essere destinati alla sanità, come previsto dal piano regolatore cittadino.
A farsi promotori di questo evento sono la Regione, di destra, il Comune, 5 Stelle, il Comitato Universitario per lo Sport e gli atenei piemontesi.
Tutte le forze politiche (sì, anche il Partito Democratico) vogliono una fetta della torta delle olimpiadi universitarie, ma al quartiere, alla sua popolazione, cosa resterebbe dopo il maxi evento sportivo?
La gestione della pandemia da parte degli enti sopracitati ci ha privato di spazi in cui studiare e incontrarci, ha dimostrato le disuguaglianze nell'accesso alla salute, ha aumentato il divario tra ricchi e poveri.
In questo scenario la speculazione edilizia e la "foodification" in quartiere sono accelerati, depauperando ulteriormente il tessuto sociale; le tasse universitarie che paghiamo per dei servizi insufficienti non sono diminuite; il lavoro continua a essere un ricatto.
Troviamo inaccettabile che al netto di grandi introiti garantiti dai nostri soldi di studentə e abitanti di questa città, le istituzioni e l'amministrazione di UniTo continuino a spingere il pedale su strutture che non portano alcun vantaggio a nessunə, se non ai privati.
L'assemblea Riapriamo il Maria Adelaide ha redatto una proposta di riapertura della struttura come ospedale di prossimità.
Si tratta di una struttura che permetterebbe di soddisfare le richieste di oltre 90mila persone, più o meno giovani, che ad oggi non hanno un posto dove effettuare visite mediche e piccoli interventi; dove la prevenzione, la riabilitazione e la salute pubblica non siano affidati alla sola medicina di base convenzionata con il pubblico e alle strutture private come Humanitas, Basic Store, Lavazza, che mettono a disposizione i loro spazi addirittura per le vaccinazioni contro covid19 mentre a due passi il Maria Adelaide resta chiuso!
Nonostante la visibilità della lotta in questi mesi, le molte firme, le tante iniziative di piazza e di autoformazione, la Regione ha sistematicamente taciuto, rifiutando il confronto nel merito della proposta con l'assemblea, preferendo continuare a blaterare dei vantaggi dell'olimpiade universitaria.
Le universiadi 2025 vengono raccontate come il grande volano dell'economia, un copione già visto e rivisto in questa città.
Ma è evidente che a beneficiare di questa "ripresa" sarebbero i soliti pochi.
Scegliendo di candidarsi a ospitare le universiadi tutto l'arco politico e le istituzioni accademiche hanno scelto di contrapporre, in una squallida operazione di propaganda, il diritto allo studio (di chi può pagare un'esperienza fancy che fa curriculum) con il diritto alla salute (di chi già paga e a malapena ottiene quel che gli spetta).
In quanto studentə, lavoratori e lavoratrici, residenti in Borgo Rossini, Aurora e Barriera, facciamo appello a chi studia in UniTo e PoliTo, a tutte le organizzazioni e i collettivi che fanno militanza nelle università, a sostenere con noi, in ogni modo, la lotta per una sanità diffusa e incentrata sulla prevenzione e l'assistenza, che garantisca l'internalizzazione di chi lavora nella sanità.
Per un reale diritto allo studio, libero dai vincoli del numero chiuso per le professioni sanitarie, di qualità e accessibile.
Non è solo un ospedale, è il futuro della società a essere in gioco: decidiamo noi, sosteniamo la lotta!