La chiusura del Maria Adelaide viene da lontano.

È la storia di un ospedale chiuso e abbandonato nel 2016 che si intreccia con la gestione della sanità pubblica avvenuta a livello nazionale e in Piemonte negli ultimi decenni.

La storia della struttura di Lungo Dora Firenze  è una storia di tagli alla Sanità, chiusura di ospedali pubblici, esternalizzazioni verso il privato e sfruttamento del personale sanitario, sempre più precario e sottopagato.

Tutti gli ultimi governi regionali hanno perseguito questa strada, tradendo le promesse elettorali e le reali esigenze delle persone che abitano in Piemonte.

I problemi cominciano con l’aziendalizzazione, nel 1992, ovvero con il passaggio da USL a ASL, trasformando un servizio pubblico in un processo che risponde a logiche di mercato, controllato da veri e propri manager.

L’importazione in Italia dagli Stati Uniti di un sistema di codici e tariffari, snatura completamente il sistema sanitario pubblico, burocratizzandolo ulteriormente e introducendo principi di profitto.
In un contesto di fortissima competizione i primi a pagarne il prezzo sono i piccoli presidi sanitari e più in generale tutta la medicina territoriale, quella più vicina alle persone.

Si passa dal fare prevenzione alla cura, che rende molto di più e si chiude tutto ciò che non rende. Gli ospedali devono produrre e fare prestazioni redditizie.

Questa dinamica nazionale ha una spinta fortissima nella nostra Regione con le giunte Cota e Chiamparino, rendendo il sistema sanitario piemontese ancora più fragile di quello di altre regioni, come abbiamo tristemente scoperto col Covid.

Per invertire la rotta della Sanità pubblica e affrontare la crisi sanitaria in corso (e quella che verrà) servono nuovi investimenti, nuove assunzioni di personale a tempo indeterminato, l'abbandono delle esternalizzazioni verso i privati e il ripristino della medicina territoriale e di prossimità.

Serve inoltre una ridiscussione dei criteri di accesso alle professioni sanitarie, attualmente limitati dal numero chiuso nazionale.

Cirio non prende impegni. La giunta regionale, che ha il potere di riaprire gli ospedali, preferisce aspettare che passi "l'emergenza" per tornare poi ad una normalità fatta di servizi tagliati e ospedali chiusi.

Riaprire gli ospedali, come per tante altre lotte in tutta Italia, è una priorità per il presente e per il futuro. Significa un modello di cura dei quartieri e dei territori diverso da quello presente.

Vogliamo una società giusta e una sanità pubblica. Vogliamo presidi ospedalieri diffusi, svincolati dalla logica aziendale, presso i quali poter esercitare vigilanza e prevenzione sanitaria, informazione e cura.

Riapriamo il Maria Adelaide!