IL FASCISTA SEI ANCHE TU, SONO ANCH’IO

Ciao a tuttu, siamo l'assemblea Non Mista dellu compagnu di Manituana, questo 25 aprile, chiedendoci che cosa fossero fascismo e antifascismo, cosa significhi resistere, ci siamo dettu, in quanto persone afab, trans e non binarie, che il fascismo è oggi, che per noi persone sistematicamente oppresse la resistenza è ogni giorno, perché ogni giorno qualcuno mina alle nostre condizioni di esistenza e qualcun altro assiste silente. 
Il fascismo, con le sue idee machiste e patriarcali, fissa gerarchie, rende le persone macchiette stabilendo cosa è norma e chi diverge, chi è meno soggetto del maschio cis etero bianco abile; animalizzando, disabilizzando, feticizzando e opprimendo.
Se ci dicessimo che il fascista di oggi è solo nelle estreme destre, nell'inquinamento, nel razzismo, nell'abilismo, nella misoginia e nella omolesbobitrasnfobia sarebbe riduttivo, se ci dicessimo che il fascista di oggi è anche chi non prende posizione e non interviene cambiando il corso delle ingiustizie, sarebbe ipocrita. 

Abbiamo bisogno di dirci che il fascista sei anche tu, che con i tuoi privilegi guardi una persona oppressa e ne valuti e soppesi la lotta, abbiamo bisogno di dirci che il fascista sono anch'io, che guardandomi allo specchio vedo quello che il sistema mi ha insegnato, e non quello che mi hanno insegnato lu miu compagnu e le mie amiche.
Resistere per noi, essendo una necessità, è un'azione quotidiana, fatta di relazioni profonde e rapporti di fiducia, con cura e con fatica, con le nostre comunità e con lu nostru alleatu, per non cedere agli individualismi e ai personalismi che dividono e che isolano, ma per costruire, insieme, un futuro e delle pratiche che dal basso trasformino la realtà in cui ci proiettiamo, così da poterci immaginare, quindi essere, anche domani vivu.
E' urgente dirci che questo sistema gerarchico lo abbiamo assorbito e tendiamo a riprodurlo nelle discriminazioni, nelle differenze di accesso a risorse e servizi, nell'indifferenza alla sofferenza e al dolore, nel dispiacere che stia succedendo a qualcun'altru, ma nella gratitudine che non stia succedendo a noi, mantenendo così le strutture di potere che ci rendono impari, che definiscono chi sono le minoranze che vengono costrette a forme di controllo, nella sessualità, identità, azione, nella migrazione, nell'autodeterminazione, nella salute, nell'immaginazione che possa essere diverso, che possa cambiare.

E' ancora più urgente allora distruggere questo sistema, ovunque ne vediamo ancora un rigurgito, fuori e dentro di noi, e che non sia un esercizio riflessivo per dimostrarsi intelligenti o decostruitu, ma una prassi e un'azione costante, perché non ce ne facciamo niente dei vostri ego decostruiti, ma dobbiamo decostruire le strutture di potere che ve li hanno gonfiati quegli ego.
Antifascismo è tenere insieme questa complessità e non semplificare il reale, è essere sempre partigianu nel senso di scegliere attivamente, consapevolmente e praticamente, come agire, perché agire, da che parte stare: dalla parte di chi è oppressu, di chi lotta, di chi resiste, di chi si trova ai margini e a cui è precluso il centro, per smontare i centri e le gerarchie esclusive ed escludenti e per essere collettività, perché senza giustizia, trasformativa e redistributiva, non ci può essere pace, ma solo privilegi, a spese della vita di qualcun'altru.
Con il rifiuto delle oppressioni che abbiamo ritenuto falsamente necessarie, con la consapevolezza di quelle che erano invisibili e che ora vediamo, con la rabbia per quelle in atto, con la promessa che, una mano io, una mano tu e una mano lu altro, gliele ridaremo tutte indietro, saliamo in bici adesso.
C'è liberazione ogni volta che scegliamo e che quella scelta comporta un'azione, buon 25 aprile!