DDL 1660: informiamoci e resistiamo

Le proposte di questo governo ci ricordano ogni giorno di quanto il fascismo non sia stato mai sconfitto del tutto, ma assume nuove forme per tornare ad opprimere. 
Dobbiamo ricordarcelo tutti i giorni e farne un'azione quotidiana. Leggendo il ddl 1660 vengono descritti vari nemici: i migranti, le donne e chi protesta, anche passivamente. Chi non la pensa nel modo unico e dissente rispetto a un sistema iniquo di potere.
Le strade diventano solo un mezzo per andare a lavoro. 
Le piazze da svuotare e ripulire. 
I territori uno spazio di speculazione da turistificare. 
I confini linee immagginare da fortificare ed il presunto diverso è da allontanare, o peggio, rinchiudere. 
I corpi sono da isolare perché da solə si ha più paura, perché se non puoi comunicare non puoi essere e non puoi agire. 
Il disegno di legge verrà approvato nell'immediato futuro ma tutto questo sta già avvenendo: vengono represse le manifestazioni come quella del 5 ottobre a Roma per la Palestina, vengono stigmatizzatə lə attivistə come a Torino il 12 ottobre per l'aborto, si negano i diritti e si controllano i corpi, che decidano di dissentire, di stazionare, di abortire, di praticare la gestazione per altri, che questo governo equipara al genocidio, rendendola reato universale. Si divide già tra buoni e cattivi, si incute timore, nascondendosi dietro una legalità securitaria, a tutela dell'Istituzione e non delle persone e delle trasformazioni che chiedono. Questo ddl non fa altro che rafforzare questa stretta annichilente
Ma così come rende chiari i nemici, rende chiarə anche lə alleatə ed è a voi a cui vogliamo parlare: se ci guardiamo bene in faccia possiamo riconoscerci e lottare insieme, non farci spaventare, creare veramente una rete solidale che non lascia nessunə indietro e che resista a deterrenti e paure. Riappropriarci degli spazi di decisione e dei territori e dei nostri corpi
Dovranno fare attenzione perché a forza di delineare così dettagliatamente il nemico si stanno autodefinendo così bene che le parole resistenza e rivoluzione non sembreranno più un eco lontano di 80 anni fa, ma  prassi politiche e di lotta necessarie, adesso!
Ora e sempre, resistenza.