Cosa succede a Scalo Vanchiglia?

Da alcune settimane chi vive tra Aurora, Barriera e Borgo Rossini ha notato un improvviso movimento oltre corso Novara.

Ruspe e cantieri stanno rapidamente cambiando volto ai quasi 120mila metri quadri dell'ex Scalo Vanchiglia.

L'ex scalo merci entrò in funzione nel 1926, in una zona poco interessata dalla crescita edilizia e residenziale e ancora prettamente industriale, come per la Manifattura Tabacchi, che era collegata direttamente allo Scalo.

Dalla stazione ferroviaria si raggiungeva la Torino-Milano attraverso i 3 km del Trincerone, valutato oggi per il tracciato della Metro 2, che sfiorerà lo Scalo con diverse fermate.

L'area venne poi dismessa definitivamente alla fine degli anni 90, in seguito all'ampliamento dello scalo di Orbassano, in attesa di "riqualificazione".

E ora?

Di cosa sta accadendo all'interno del perimetro sappiamo poco: si tratta del "Piano Particolareggiato Regaldi", risalente al 2010, e connesso alla variante 200.

Del progetto non è ancora stato reso pubblico nulla di chiaro, ne sull'area del cantiere ne facendo ricerche in rete o sulle piattaforme del Comune.

Ci si può al massimo imbattere in progetti, dichiarazioni vaghe e altrettanto vaghe promesse, risalenti alla precedente amministrazione comunale (e a uno degli attuali candidati sindaci), in cui si citano boulevard, social housing, rigenerazione urbana e, ovviamente, riqualificazione.

Tra francesismi, anglicismi e green washing si può leggere che verranno create nuove aree residenziali e commerciali private, in uno dei quartieri più poveri di servizi pubblici della città.

L'intervento di urbanizzazione del Piano Regaldi, come quello per il The Student Hotel di Ponte Mosca, è presente nel DUP 2021, ovvero il Documento Unico di Programmazione che la giunta presenta al consiglio comunale per l'approvazione del bilancio.

Per il TSH entreranno nelle casse del Comune di Torino quasi 3 milioni di euro, per il Piano Regaldi oltre 4,6 milioni. Per entrambe queste entrate non c'è delibera di impegno.

Cosa significa? Vuol dire che gli oneri di urbanizzazione di queste due gigantesche trasformazioni urbane non verranno reinvestite per servizi al territorio ma andranno a fare numero nel bilancio comunale.

Stiamo quindi svendendo a privati pezzi interi di città per andare a pagare gli interessi sul debito cittadino.

PS: la maggior parte del debito del Comune deriva dalle olimpiadi 2006 ed è detenuto da Intesa San Paolo.