Basta passerelle.

Ora dentro la Nuvola Lavazza si stanno confrontando i due candidati sindaco Lo Russo e Damilano, due candidati che a distinguerli si fa fatica.

Le loro ricette sono identiche e parlano alla popolazione benestante del centro e della collina, promettendo di tornare alla normalità:.

Quella normalità che qui è fatta anche di promesse non mantenute, di sfratti, di sgomberi violenti, di aria inquinata, di servizi tagliati e di lavoro che non c'è.

Da mesi i due candidati e i loro seguaci battono Aurora e Barriera alla ricerca di voti che non ci sono, portandosi appresso stuoli di giornalisti e plotoni di poliziotti.

A moderare l'eventone di oggi è il direttore de La Stampa Massimo Giannini, un giornale che conosciamo bene per la narrazione che ha sempre portato avanti dei quartieri "periferici".

Sono quartieri complessi, pieni di problemi, ma anche pieni di vita che non viene mai ascoltata, solo raccontata, come si racconta una colonia d'oltremare.

Decide Palazzo di Città in base a quel che scrivono i giornali e a quel che chiedono i grandi investitori.

Questa gente piena di sé, con il cuore al centro e la mente contorta, si ritrova dentro la Nuvola per un teatrino elettorale del quale non abbiamo alcun bisogno e che anzi è una pericolosa provocazione per il quartiere.

Aurora e Barriera sono descritte come una sorta di far west, pericoloso e pieno di violenza.

In parte è vero, non l'abbiamo mai negato.

Ma credere che questi due signori possano risolvere una parte dei problemi con più telecamere, più polizia, più soldi ai privati e una stretta di mano alle associazioni di volontariato di turno, è appoggiarsi sugli allori.

Damilano promette mari e monti, Lorusso monti e mari: lo testimoniano i tanti dibattiti tra i due di questi giorni.

La sede di questo dibattito, ultimo di una lunga serie di minacciose banalità, ripetizioni e luoghi comuni, è la sede di una multinazionale del caffè che, se a Torino "riqualifica" interi quartieri mettendo a profitto pure l'aria che respiriamo e sostituendosi addirittura alla sanità pubblica diventando hub vaccinale, nel resto del mondo è nota per la devastazione a cui sottopone i territori, o per il sostegno - tanto per dirne una - all'occupazione israeliana in Palestina.

Solo a maggio Lavazza ha dichiarato di non condividere il sostegno al popolo palestinese di un giocatore dell'Arsenal, squadra di cui Lavazza è sponsor.

A Torino spremono i quartieri popolari imponendo sgomberi e "riqualificazione", nel resto del mondo strangolano intere popolazioni imponendo le proprie condizioni e creando il monopolio del caffè.

Anche a questa multinazionale, come a quelle banche che detengono il debito di Torino, e a quelle multinazionali che delocalizzano la produzione, vengono a rendere omaggio Pincopanco e Pancopinco.

Partecipa a questo teatrino anche il "magnifico" rettore dell'Università.

Immaginiamo sia venuto a batter cassa!

L'Università di Torino infatti ha un forte interesse strategico per il quartiere, nel quale vuole letteralmente insediarsi con i propri avamposti.

Uno di questi avamposti (così lo definisce la stessa Università in un documento di novembre 2020) è l'ex Ospedale Maria Adelaide, che UniTo vorrebbe utilizzare come studentato per le Universiadi 2025.

Un'altra speculazione che non serve al quartiere, ma sulla quale il Comune, chiunque sarà il Sindaco, avrà una importante responsabilità!

Ecco perché è venuto, il rettore: vuol essere sicuro che tra Pincopanco e Pancopinco uno dei due, non importa quale, gli dia una mano nel suo piano.

Aurora non ha un presidio sanitario, ma è piena di studentati/residenze costosissime, accessibili solo a studenti e imprenditori ricchi in cerca di un posto comfortevole per la notte.

Riaprire il Maria Adelaide servirebbe a soddisfare le esigenze primarie di salute della comunità - 90mila persone! - ma questo non interessa né alla Regione, né al Comune, né all'Università, che vogliono solo fare soldi a scapito dei bisogni dei quartieri.

In Aurora serve un cambio di visione che i due candidati NON hanno, perché sono esecutori delle volontà dei ricchi.

Dove loro vogliono meno poveri che fanno male alla vista, più localini fighetti, più studentati luccicanti, più coworking e qualche altra smart-boiata, noi pretendiamo casa, lavoro, reddito e salute per tuttə!

Adesso basta. Aurora e Barriera non sono né passerelle elettorali né terre di conquista.

Creiamo noi insieme il futuro dei quartieri!